Il linguaggio artistico strumento di condivisione e di impegno civile

Intervista a Paolo Mazzo e Debora Petrina di Elisabetta Mutto Accordi (09.09.2020)

Riprendono gli incontri on line di Arte e Sostenibilità di MAPS. Il 9 settembre infatti alle 17.30 saranno con noi su Zoom la cantante Debora Petrina e il fotografo Paolo Mazzo, che ci racconteranno il loro punto di vista sull’importanza della creatività per la nostra società.

“Credo che in questo momento, anche storico, la condivisione sia fondamentale e penso proprio che ci sia bisogno di portare attenzione e sensibilità sull’emozione, da un punto di vista anche etico e morale. Gli operatori dei diversi campi artistici devono essere orientati verso una sostenibilità civile, per costruire e poi restituire a chi ha preso parte all’azione creativa e far diventare le persone che gravitano attorno al progetto parte di un percorso.” A parlare è Paolo Mazzo, fotografo che focalizza il proprio lavoro su temi sociali.

“La questione della condivisione la condivido in pieno – aggiunge Debora Petrina, cantante che ha all’attivo tra le diverse collaborazioni quella con Paolo Fresu – perché in questo momento storico c’è uno scollamento totale tra il prodotto e il fruitore: compro una cosa su Amazon, non so che giro abbia fatto, ma semplicemente la uso. C’è una chiusura totale, che è un po’ il problema che si estende anche alla musica. Io accendo la radio ascolto delle canzoni preconfezionate, come ad esempio nella trap, in cui ci sono delle basi precostituite. Mentre nel processo creativo secondo me è importante che si costruisca questo legame tra chi produce e chi riceve, perché quello che facciamo come artisti è intrecciato con quello che viviamo.”

Tanto per Paolo quanto per Debora questo tema è strettamente collegato con la nostra visione del tempo. Dovremmo lasciare che le cose accadano, permettendo al tempo di agire e far avverare il nuovo, facendo innanzitutto spazio dentro di noi, per imparare a non subire più passivamente tutti gli stimoli che riceviamo continuamente.

“In tutto questo – commenta Paolo Mazzo – sta all’intelligenza dell’operatore utilizzare il linguaggio artistico come veicolo per fare arrivare determinati messaggi e per far sì che siano presentati in maniera più interessante e immediata. L’artista deve porre domande e non dare risposte.” “Perché il linguaggio artistico – si inserisce Debora Petrina – deve consentire una scoperta personale. Non deve essere una conformazione ad un modello già esistente. È un lavoro su sé stessi e ciò che ci circonda e si inserisce in un percorso, non presentando un prodotto già confezionato.”
Le difficoltà per chi fa arte e cerca di portare delle istanze sociali resta il mercato. Non scendere a patti con i modelli già predeterminati, non assecondare gli schemi e non cadere nella trappola della visibilità richiede coerenza e determinazione.

“Il problema grosso – sottolinea Paolo Mazzo – è che questo sistema economico e politico in questo momento non ha una visione in nessun campo. Ma solo una visione può dare un’idea di futuro che rompa gli schemi e le abitudini, che possa costruire un pensiero critico e attivare un percorso.”

“Va ritrovata un’urgenza – conclude Debora Petrina – quella stessa urgenza che sente chi fa qualcosa di artistico ed è mosso da questa spinta per stimolare la curiosità, per portare verso qualcosa di altro e innescare una scintilla e stimolare un cortocircuito virtuoso che generi curiosità.”

Per partecipare all’incontro del 9 settembre basta scrivere a maps@associazionedirittiumani.it

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