Per coinvolgere la cittadinanza e i giovani alla tematica dello sfruttamento sessuale Adusu ha promosso anche delle azioni simboliche che utilizzando il linguaggio dell’arte contemporanea, hanno inteso sensibilizzare sulla necessità di una profonda azione di ri-orientamento culturale nelle tematiche relative alla violenza contro le donne e i minori, alla costruzione dell’identità sessuale maschile e femminile, al rispetto dei diritti umani, a partire dalla quale è possibile la formazione di una nuova e più rispettosa coscienza civile e sociale dei giovani e degli adulti.

I progetti originali ed innovativi, ideati e realizzati insieme con l’artista Anna Piratti (www.annapiratti.com), hanno inteso incrociare linguaggi e saperi diversi non come semplice esercizio di stile, ma per offrire un contributo di riflessione e di comprensione della realtà in cui viviamo.

Giocattoli?

Workshop artistico di Anna Piratti

Il workshop “Giocattoli?” attraverso un percorso espressivo che utilizza i linguaggi dell’arte contemporanea si propone di coinvolgere attivamente cittadini/spettatori occasionali nella realizzazione di un’opera d’arte ispirata ai valori della dignità della persona. L’azione richiede ai passanti di raccogliere una bambola, tra le centinaia di bambole svestite, malconce e sparse disordinatamente sul pavimento, di ricomporla e rivestirla posandola poi su un apposito spazio separato dalle altre. Il gesto e il tempo dedicato a raccogliere una delle bambole dichiara simbolicamente la disponibilità a prendersi cura di una donna/bambina trafficata e sfruttata esprimendo la volontà di dare valore e dignità a tutte quelle persone che nella vita reale sono trattate come merce, giocattoli appunto, da usare ed abusare.

Foto di Guido Turus e Aldo Sodoma

Mettici il cuore!

Workshop artistico di Anna Piratti

Il workshop “Mettici il cuore!” ha riguardato la realizzazione di un’azione pittorica partecipata in cui i giovani coinvolti hanno colorato due spazi murali uno all’interno del Parco Milcovich e del Parco Piacentino nel quartiere Arcella a Padova. L’azione richiedeva di scegliere da una lista già predisposta il nome di una ragazza, munirsi di pennello e colore (rosso) per dipingere un cuore sul muro e scriverci accanto quel nome che rappresenta simbolicamente una persona vittima di sfruttamento. L’iniziativa realizzata secondo un preciso progetto grafico, oltre ad essere stato un momento creativo collettivo e coinvolgente ha inteso abbellire i parchi rendendo ancora più gradevole la loro fruizione e nello stesso tempo lasciare un segno tangibile dell’impegno della città nella lotta contro la tratta di persone.

Foto di Anna Piratti e Aldo Sodoma

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