
PIANETA, la seconda installazione interattiva di MAPS dedicata al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità per prendere coscienza del crescente impatto dell’impronta ecologica a livello globale. Un invito a riconoscere le trasformazioni che stanno avvenendo e a riflettere sulla necessità di salvaguardare e proteggere la Terra, casa comune. Sentirci parte e non solo spettatori, creando equilibri e relazioni di reciprocità con le specie animali e vegetali che ci circondano.
PIANETA
Installazione interattiva sul cambiamento climatico e la perdita di biodiversità
Giovedì 21 novembre 2019 – ore 12.00 – 15.00
Campus di Biologia e Biomedicina ‘’ Fiore di Botta’’, Università di Padova
Via del Pescarotto 8, Padova
A cura delle studentesse e degli studenti dell’Università di Padova nell’ambito del progetto MAPS – Itinerari Artistici per Comprendere il Futuro
250 kg di terra / 250 messaggi su carta / 750 semi di zucca e zucchine / foto e video
L’installazione si compone di tre cerchi di terra e due totem con immagini e suoni dedicati alla natura, nel corso dell’installazione i partecipanti del progetto MAPS daranno un piccolo dono di cui prendersi cura, accompagnato da un breve pensiero scritto a mano.
Durante il suo processo di ideazione e approfondimento, l’installazione ha fatto emergere alcune riflessioni sull’impronta ecologica delle persone e l’incidenza che questa ha nel processo di cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. In una dimensione di continua trasformazione della Terra, nostra casa comune, la necessità è quella di salvaguardarla e proteggerla. Sentirci parte e non solo spettatori, creando equilibri e relazioni di reciprocità con le specie animali e vegetali che ci circondano. Qui, in forma artistica, si cerca di promuovere tra le persone coinvolte nuove convinzioni, atteggiamenti e stili di vita.
L’installazione è interattiva e va agita da coloro che guardano.
Sei invitat* ad attraversare l’installazione, prenderti il tuo tempo per osservarla ed ascoltarla, ed infine se vuoi, prendere uno dei nostri sacchetti, raccogliendo l’invito in esso contenuto…
Racconto di PIANETA
di Delphine Ply Kossa
L’installazione sul pianeta per me è stata molto forte e significativa. Il pianeta per noi essere umani è fonte di sostentamento, è casa, è vita, è fonte di risorse naturali. Il pianeta è dove tutto nasce e perciò va protetto, difeso e curato.
Per salvare la terra e quindi anche noi stessi è necessario un cambiamento del pensiero e delle idee. È necessario far capire quanto il rispetto delle terra e di tutti gli esseri viventi che ci vivono è essenziale per permettere a tutte le generazioni presenti e future di soddisfare i propri bisogni recando il minor danno possibile alla terra e all’ecosistema.
In quest’ottica l’azione forse più efficace che possiamo compiere è diffondere informazioni facendo capire alle persone che anche un piccolo gesto può contribuire al miglioramento della nostra vita sulla terra.
L’installazione pianeta è stata l’attuazione concreta di ciò che per me significa sensibilizzare le persone riguardo a temi così importanti. L’utilizzo della terra è stato dal punto di vista visivo molto forte e il fatto di consegnare dei semini faceva capire come dei piccoli gesti come coltivare la verdura in casa possono contribuire al miglioramento di fenomeni cosi importanti.
Più le persone si convinceranno di quanto è urgente la situazione, più diventerà di vitale importanza fare pressione sui “grandi del mondo” affinché creino delle politiche in sinergia con il settore economico per cambiare direzione riducendo sprechi e investendo sulla ricerca e sulla produzione di energie rinnovabili.
Racconto di PIANETA
di Mara Battistella
Abbiamo pensato per giorni a quale potesse essere il modo migliore per catturare l’attenzione della gente riguardo al tema del cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e a come avremmo potuto rappresentare il nostro desiderio di scuotere, artisticamente, le coscienze di altre persone. La risposta a cui siamo giunti alla fine è stata la più semplice di tutte: la terra.
Il risultato è stato strabiliante. PIANETA non è stata solo un’installazione, PIANETA è stato immergersi completamente in uno spazio immaginato e riempito da noi, con i nostri cerchi, i nostri semi, i nostri suoni e le nostre voci. Siamo riusciti a trascinare in questa nostra visione chi osservava e, contro ogni aspettativa, abbiamo incrociato occhi di studenti che somigliavano a quelli di bambini, che si lasciano stupire.
Quello che ho capito grazie a PIANETA è che di un’installazione non conta solo la sua capacità di avere un impatto su chi guarda. Se ci si lascia coinvolgere fino in fondo, conta anche l’impatto che ha su chi la realizza. Nel nostro caso è stata la dimostrazione di come pochi ragazzi, con un gesto così piccolo, ma realizzato insieme, possano stupirne davvero tanti altri e farli sentire parte di ciò che a volte viene dato per scontato: la Terra.
PIANETA non vuole essere solo un modo per ricordarci di inquinare meno, di separare i rifiuti, di apprezzare la biodiversità. Ogni piccola azione conta e conta ancora di più se la fanno in tanti, se si riesce a coinvolgere e sensibilizzare al potere delle piccole cose chi ci sta accanto. PIANETA vuole diventare soprattutto un promemoria, affinché tutti sappiano di poter fare la differenza.
Commento consegna terra Orto urbano di via dei Salici
di Veronica Calabrese
Non più di duecento nonni fa, probabilmente questo pezzo di pianura padana era mare. I romani, da queste parti, avevano già avuto i loro porti adriatici settentrionali, distanti adesso dal mare una ventina di chilometri. Il lento lavorio dei grandi fiumi ha portato alle loro foci montagne di detriti, depositandoli dolcemente lungo le sponde del tempo, formando fertili e variegati strati di vite passate e nuove avventure di sabbia e di argilla, di torba e di creta, di terra grassa e magra, buona per il Trifoglio e la Barbabietola, l’uva bianca e nera, per le patate americane e il giglio di Sant’Antonio. Una fortuna strappata prima alla laguna e poi alle valli stagnanti e insalubri, bonificate da frati e da altri uomini di buona volontà.” (“Il cielo di fra Piero”, Lucia Vianello). Con queste parole ci ha salutato la signora Lucia, prima di lasciarci osservare gli orti urbani in via dei Salici, alla Guizza, che trentacinque famiglie padovane, coltivano con tanta cura e attenzione.
Il PIANETA è stato il tema della seconda installazione creata da MAPS a Palazzo Botta, a Padova, in cui simbolicamente sono stati creati tre cerchi di terra. Quella stessa terra che abbiamo donato, sicur* della sua utilità, a uno degli orti urbani presenti sul territorio padovano, così attivo anche grazie alla cura del signor Faustino. La terra è madre di tutt* noi, ci fornisce il cibo e le risorse che consumiamo per la nostra sopravvivenza, come tutti gli esseri viventi.
Tuttavia, lo sfruttamento attuato dall’uomo, a differenza degli altri esseri viventi, è diventato incontrollato. Per questo motivo riteniamo fondamentale ritrovare la connessione che abbiamo progressivamente perso. Ritrovare una connessione significherebbe “rinsavire”, rendersi conto dell’eccessivo dominio dell’uomo sulla natura e ritrovare un equilibrio.